| Lo scricchiolio di foglie morte appena schiacciate diventa un rumore rimbombante quando attorno a te c'è il silenzio. Ti invade le orecchie, la mente, fa quasi venire mal di testa. è così intenso.. Quasi di più di una sveglia nel cuore della notte. Sto camminando da una decina di minuti nel parco più grande della città. è quasi sera, ormai, il sole è sparito da un pezzo lasciando il posto a un manto di velluto blu. Qualche stella insicura e poco luminosa, qua e la. Prevedo di tornare a casa, tra un pò. "Chissà, magari questa sera potrei uscire dopo cena.. Andare a bere qualcosa o addirittura a ballare.." penso tra me e me. Rincuorata da questi progetti a breve termine, continuo a incedere con passo deciso. Lento, e deciso. Sono su un piccolo sentierino in terra battuta ora. C'è un pò di gente, ancora a quest'ora. Qualcuno fa jogging, e ci sono un paio di coppiette che passeggiano per il parco. Ne avrò viste almeno due o tre. "Questo non aiuta.."
*-Io.. cerca di capirmi, ti prego. Cosa potevo fare? Che altra scelta avevo? Quale? Cerca di capirmi.. Dovevo liberarmi da questo tormento, dovevo farlo.. per vivere. Non potevamo stare entrambe, a questo mondo, e quella sbagliata era lei..- La mia voce è traballante, insicura, i miei occhi vagano nel vuoto per non incontrare i suoi. Lui è li, a qualche metro da me, girato di tre quarti, a stento mi guarda. Sembra rimuginare qualcosa. Ogni tanto solleva una mano nella mia direzione come a volermi interrompere, ma alla fine la abbassa, titubante. -Io so di aver fatto bene.. Dopotutto, che senso aveva la sua vita? Una vita come tutte le altre.. Si limitava, quella ragazza. Troppo diversa da me.- continuo, con tono sempre più teso e nervoso, avvicinandomi alla finestra dell'appartamento di lui, nel quale ci trovavamo. Per un secondo il mio sguardo è distratto dal mio riflesso nel vetro della finestra. Decido di guardare oltre, osservando i grattacieli di fronte a me. Sempre scappare da se stessi in certi momenti. Dopotutto, masochista non sono. Ma quel riflesso è talmente.. perfetto. Attraverso questo, lo vedo avvicinarsi a me, abbracciarmi da dietro. Sento il suo petto contro la schiena, le sue braccia attorno le mie, incrociate sotto al seno. -Tu devi andartene..- mi dice, con voce ferma, ma allo stesso tempo.. comprensiva. "Lui mi capisce.. anche in questo caso, lui sa." Mi volto. I miei occhi castani incontrano i suoi, così chiari e limpidi.. Ha le pupille dilatate, sta trattenendo le lacrime. "Sei forte, io lo so, esattamente come me..". penso tra me e me e chissà perchè non traduco i pensieri in parole. -E dove vado? Mi troveranno, ovunque io decida di andare..- gli rispondo, questa volta guardandolo negli occhi. I suoi capelli castano chiaro tendenti al biondo sembrano più scuri, con la luce notturna che li riflette. -Non se ti aiuto.. Lo sai, ti proteggerò sempre..- accarezza il mio viso, col dorso della mano. Mi sorride. Sì, sapevo che avrebbe compreso. Dopotutto è questo l'amore, no? Comprendere e amare l'altra persona in tutto per tutto (assassina?). Lo bacio, con passione.
Son seduta su una panchina. Non ricordo a che punto dei miei pensieri mi son messa a sedere qui.
-Ma dobbiamo stare lontani.. Per tenerti al sicuro, è necessario.- -Non adesso.. Ti prego, non questa notte- *
Una lacrima calda solca prepotentemente la guancia destra, infreddolita.
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